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Castellanzese, che succede? I neroverdi hanno cambiato 7 allenatori in tre anni

di Francesco Vigliotti

“La misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario” diceva Albert Einstein, il più grande fisico del XX secolo. Frase inconfuntabile ma, ahimè, non sempre applicabile al mondo del calcio.

Cambiare ad esempio non pare aver giovato alla Castellanzese, società appartenente al girone B di serie D, che il 23 gennaio scorso ha optato per l’esonero dell’allenatore Manuel Scalise, il cui percorso non è stato sicuramente esaltante ma nemmeno troppo al di sotto degli obbiettivi stagionali (salvezza). Con il tecnico milanese la compagine della provincia di Varese aveva racimolato uno score di 6 vittorie, 7 pareggi e 10 sconfitte, con una media punti di 1,09.

Il successore Fiorenzo Roncari, già protagonista della cavalcata che portò la società del presidente Affetti in serie D nella stagione 2018-2019, ha racimolato solamente 3 punti in 5 partite, con una media di 0,6 punti a partita.

Nonostante ciò sono state ottimiste le parole del post gara di domenica (sconfitta interna per 0-3 contro il Desenzano) del direttore in pectore Salvatore Asmini: «Con il cambio dell’allenatore la squadra è migliorata, ha cambiato modulo». Parole che diffondono una visione da bicchiere mezzo pieno laddove invece il trend negativo dei neroverdi sembra dire altro.

Una società, la Castellanzese, che dopo il miracoloso secondo posto del 2020/2021 alle spalle del Gozzano, sembra non riuscire a trovare pace, con un tourbillon continuo di allenatori (sulla panchina neroverde si sono susseguiti negli ultimi tre anni Mazzoleni, Cotta, Ardito, Cretaz, ancora Mazzoleni, Scalise ed adesso Roncari), senza ritrovare tuttavia l’entusiasmo della matricola che aveva contraddistinto la stagione del grande ritorno in D.


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