Tabbiani alla vigilia di Renate-Trento: «Un conto è non creare, un conto è non concretizzare»
Il Trento si prepara ad affrontare il Renate in una partita cruciale, definita dal tecnico Luca Tabbiani come una vera e propria "tappa decisiva" per il percorso gialloblù verso la conclusione del girone d'andata. L'incontro di sabato alle 17:30 è caricato di significati, potendo orientare in maniera significativa la classifica prima della sosta natalizia.
Nonostante la squadra arrivi da quattro partite senza segnare su azione, Tabbiani ha mostrato convinzione e ha chiesto continuità di risultati. «Servono continuità e risultati, queste due gare prima di Natale contano davvero tanto», ha affermato l'allenatore, sottolineando l'importanza del blocco di impegni imminente.
Il successo ottenuto nel turno precedente ha sicuramente riportato entusiasmo, ma l'attenzione è massima sull'avversario. Il Renate è descritto da Tabbiani come un club di grande concretezza, abituato da tempo a stazionare nelle zone nobili della classifica. È una formazione che ha saputo conservare la sua ossatura tattica e i suoi interpreti, mantenendo una solida identità di gioco.
L'allenatore del Trento ha fotografato con precisione i punti di forza avversari: «Sarà una partita intensa. Loro sono fisici, consolidati, con meccanismi rodati». Per controbattere un avversario così strutturato, l'imperativo per il Trento è chiaro: «Noi dobbiamo portarla sui ritmi che vogliamo, imporre la nostra intensità e giocarla secondo il nostro piano».
Il tema della sterilità sotto porta, con l'assenza di gol su azione da diverse giornate, è stato inevitabilmente il fulcro della conferenza stampa. Tabbiani, tuttavia, ha voluto difendere l'operato della squadra, invitando a una valutazione più oggettiva e meno emotiva della fase offensiva.
«Esistono dati oggettivi», ha ricordato il tecnico, portando in evidenza numeri che raccontano una produzione di gioco efficace: «Siamo secondi nel girone per tiri in porta e per expected goals». La distinzione tra creazione e finalizzazione è cruciale nella sua analisi: «Un conto è non creare, un conto è non concretizzare. Le occasioni ci sono, stiamo lavorando sulla finalizzazione». Smentendo qualsiasi teoria sulla sfortuna, Tabbiani ha imposto ai suoi un cambio di marcia: «Non credo alla sfortuna, dobbiamo essere più incisivi nell’ultimo gesto».
Le difficoltà non riguardano solo la finalizzazione, ma anche la disponibilità di alcuni elementi chiave. L'infermeria ha costretto Tabbiani a fare i conti con diverse assenze: Corallo è indisponibile, mentre Dalmonte e Chinetti non hanno recuperato completamente la forma migliore. Anche Pellegrini, nonostante l'impegno, fatica a convertire il volume di gioco creato in azioni concrete.
Nonostante queste limitazioni, il tecnico non intende ricorrere a stravolgimenti tattici. L'identità costruita non si tocca: «Abbiamo costruito una nostra identità. Durante la gara si può cambiare, ma l’impianto resta». Ha espresso fiducia anche nelle risorse interne, citando la versatilità di Benedetti che «può adattarsi», e il contributo dei giovani, che sono «cresciuti tanto e possono dare una mano». L'obiettivo resta quello di ottenere il massimo bottino di punti da questo mini-ciclo per poi programmare la pausa.
Chiudendo l'analisi sul Renate, Tabbiani ha evidenziato la stabilità dell'avversario: «Il Renate ha cambiato poco, stesso allenatore e stessa ossatura. In mezzo al campo hanno grande fisicità e questo dà loro continuità e conoscenza». Si aspetta una gara sulla falsariga dei precedenti: «Le partite dell’anno scorso sono state molto combattute, questa non sarà diversa. Sarà una sfida sui dettagli, sull’impatto fisico e sull’intensità».
In un incrocio che vale oro per la classifica e per l'area playoff, il tecnico si affida alla condizione ottimale del gruppo: «La squadra sta bene. Andiamo a giocarci una partita importante con convinzione e con la volontà di portare a casa punti pesanti».