«Questa è la nostra marcia in più». Seeber svela la ricetta per il futuro del Vicenza
In occasione della tradizionale Charity Dinner svoltasi in casa OTB, il Direttore Generale del Vicenza, Werner Seeber, ha tracciato un bilancio accurato del momento vissuto dal club biancorosso, toccando temi che spaziano dalle infrastrutture alla gestione strategica della rosa. Il dirigente ha messo in luce la capacità della società di saper coniugare l'ambizione del risultato immediato con una programmazione lungimirante basata sulla valorizzazione dei talenti fatti in casa.
Uno dei punti centrali del dibattito resta legato al futuro dello stadio. Sul fronte del restyling o di eventuali modifiche all’impianto, Seeber ha mantenuto una linea di prudenza, pur confermando i contatti costanti con le istituzioni locali: «Non ci sono grosse novità da segnalare, ma il dialogo con il sindaco e l'assessore non si è mai interrotto. Al momento siamo concentrati nel valutare quali siano le opere indispensabili qualora dovesse cambiare la categoria. Per adesso ci limitiamo a queste riflessioni».
Oltre alla questione stadio, il DG ha voluto sottolineare il profondo legame che si è instaurato tra la squadra e la provincia. Un'alchimia che, giunto al suo secondo anno in biancorosso, Seeber percepisce come in continua evoluzione: «Il percorso di crescita sul territorio sta procedendo in maniera molto positiva e i cambiamenti rispetto al passato sono evidenti. Percepiamo che la gente ci segue con passione, avvertiamo l'orgoglio dei nostri sostenitori per il lavoro che stiamo portando avanti. Si è generata un'armonia splendida che coinvolge la proprietà, la tifoseria e l'intera area vicentina».
Questa coesione si riflette anche nei risultati del vivaio, che quest'anno ha fornito pedine importanti alla prima squadra di mister Vecchi. Seeber ha espresso grande soddisfazione per l'integrazione dei nuovi innesti provenienti dalla "cantera": «Siamo molto contenti. In questa stagione abbiamo aggregato tre elementi cresciuti nel nostro settore giovanile. Alcuni avevano già maturato esperienze altrove, come nel caso di Pelizzari: lo abbiamo assistito durante il recupero da un infortunio, poi ha vissuto una parentesi alla Dolomiti Bellunesi prima di fare ritorno alla base».
Il progetto giovani non si ferma però solo a chi è già arrivato nel calcio dei grandi, ma guarda ancora più in basso, verso le categorie inferiori dove stanno emergendo nuovi profili interessanti. «Abbiamo talenti come Rosa, Brogian e altri ancora che promettono bene e che ci permettono di osservare il domani con estrema serenità». Secondo il Direttore Generale, questo approccio non è casuale ma rappresenta il cuore della filosofia societaria: «Si tratta di una strategia politica ben definita. Vogliamo che i ragazzi abbiano un percorso tracciato fino alla prima squadra. Riuscire a fare tutto questo pur mantenendo l'obiettivo prioritario di vincere il campionato è, a mio avviso, una marcia in più per questo club».