Picerno, il diggì Greco: «Al Taranto non può essere permesso di andare avanti. E sulla Turris...»
Il direttore generale del Picerno, Vincenzo Greco, ha espresso forti perplessità sulla gestione di alcune società calcistiche, tra cui il Taranto, durante un intervento ai microfoni di Mitico Channel. Greco ha sottolineato come, a suo parere, alcune regole del campionato vengano a mancare di rispetto alle società che operano con serietà e investimenti oculati.
Il dirigente del Picerno ha affermato che situazioni come quella che sta vivendo la Turris, e in parte anche il Taranto, siano il risultato di gestioni poco attente degli anni passati. Riferendosi specificatamente al Taranto, Greco ha ricordato come la squadra, pur avendo ottenuto un buon piazzamento in classifica nella scorsa stagione (secondo posto senza penalizzazioni), abbia tesserato giocatori che poi non sarebbero stati regolarmente pagati.
Entrando nel dettaglio delle sue dichiarazioni, Greco ha detto: "Secondo voi questo è calcio? Mi dispiace per i tifosi del Taranto, dei giocatori e dei tesserati, che si ritrovano a vivere un momento poco felice. Purtroppo le colpe sono a monte, ci sono regole che vanno a falsare il campionato e non sono rispettose delle società che sono puntuali, serie e fanno giusti investimenti, senza strafare nei periodi di mercato. Quello che sta succedendo alla Turris è frutto di gestioni poco attente negli anni passati, stessa cosa al Taranto. L’anno scorso il Taranto, senza i punti di penalizzazione, è arrivato secondo in classifica ma si è permesso di tesserare giocatori che poi puntualmente non sono stati pagati. È stata una società che non ha rispettato le regole. A queste società non può essere permesso di andare avanti, è inutile farle arrivare in queste situazioni. Al primo campanello d’allarme queste società vanno fermate, mi dispiace per i tifosi, lo ribadisco, perché sono gli unici a pagare ma, purtroppo, queste gestioni poco serie non aiutano il nostro movimento, portano solo negatività, allontanano gli investitori, gli sponsor, i media e a pagarne sono le società più serie, che magari sono attente, oculate, non sono sprovvedute e non sono gestite da avventurieri”.