«In C mancano le riprese da tutte le angolazioni, il VAR è un aiuto ma...»: Il DS Condò tra l'addio a Bruno, l'arrivo di Volpe e il Girone C di fuoco
A pochi giorni dal cambio di guardia sulla panchina, che ha visto l'esonero di Daniele Di Donato in favore di Mario Volpe, il Latina prova a dare una scossa alla propria stagione. Ai microfoni di TMW Radio, durante la trasmissione specialistica A Tutta C, il direttore sportivo nerazzurro Luigi Condò ha fatto chiarezza sulle motivazioni della svolta tecnica, analizzando lo stato di salute della squadra e toccando temi caldi come il mercato di gennaio, l'introduzione della tecnologia in campo e la complessità del Girone C.
Condò ha spiegato come la dirigenza sia giunta alla decisione di affidarsi a Volpe, identificando nel tecnico l'uomo ideale per il progetto pontino. La chiave è stata la combinazione tra gioventù ed esperienza di alto livello. «Cercavamo un profilo giovane ma con esperienze importanti», ha rivelato il DS, che ritiene Volpe il match perfetto: «Volpe rispecchia perfettamente ciò che volevamo: un allenatore giovane ma già passato da piazze di livello come Entella e Lecco». Condò ha inoltre ricordato i risultati significativi ottenuti dall'allenatore a Chiavari, dove ha conquistato «un terzo e un secondo posto». La fiducia è alta: «Siamo convinti della scelta e gli auguriamo buon lavoro all’interno del nostro progetto».
Sull'esonero di Di Donato, il direttore sportivo ha respinto le critiche di chi ha giudicato la decisione come tardiva. «Cambiare non è mai semplice. Prima di prendere una decisione bisogna analizzare molte cose», ha sottolineato, ammettendo che, pur seguendo le logiche spicciole del calcio, l'attesa non è stata eccessiva. «Forse, secondo le regole del calcio, qualcuno può pensare che abbiamo aspettato troppo, ma io non la vedo così».
Condò ha riconosciuto il valore del lavoro svolto dal tecnico uscente, evidenziando che i risultati del Latina non sono stati solo negativi: «Bruno ha fatto anche cose positive: siamo ai quarti di Coppa Italia nazionale e in piena corsa per il nostro obiettivo, la salvezza». Nonostante ciò, il trend recente non poteva essere ignorato: «È vero però che gli ultimi risultati sono stati insufficienti e la squadra aveva perso quella reazione necessaria per salvarsi. Da qui la scelta». Il messaggio alla squadra è ora perentorio: «Ora le responsabilità sono di tutti: dobbiamo cambiare rotta».
Guardando al futuro immediato, il direttore sportivo prevede un calendario infuocato. «Saranno tutte partite difficili», ha avvertito. La natura stessa del girone impone la massima attenzione, come dimostrano i risultati ottenuti finora: «Il nostro cammino lo dimostra: abbiamo battuto Benevento, pareggiato con la Salernitana, vinto con Atalanta e Cava. Questo girone richiede carattere, rabbia e attenzione. Dobbiamo ritrovare gli artigli».
Condò, forte della sua esperienza passata ad Avellino e Cosenza, ha poi definito la reale complessità del Girone C, reputandolo unico nel panorama della terza serie. «Lo conosco bene... Qui giochi in piazze da 15.000 spettatori, ricche di storia». Questa peculiarità lo rende «un girone diverso dagli altri, più duro, più imprevedibile». La classifica, sia in vetta che in coda, è «cortissima», e il direttore sportivo non ricorda «un equilibrio simile negli ultimi dieci anni: sarà una battaglia fino all’ultima giornata».
In merito alla lotta per la promozione diretta, Condò ha espresso un parere chiaro, pur riconoscendo il valore delle pretendenti. «Sono tutte squadre importanti, ma la più attrezzata per me è il Benevento: ha qualcosa in più. Poi ci saranno gennaio e il campo a dirci la verità».
Il dirigente pontino è intervenuto anche su due argomenti di stretta attualità: l'introduzione del FVS (Football Video Support) e la presenza delle seconde squadre. Sulla tecnologia, Condò ha ammesso che si tratta di un passo avanti, pur evidenziando una criticità fondamentale della Serie C: «È un aiuto, anche se in C mancano le riprese da tutte le angolazioni. Questo rende difficile valutare episodi complessi». Nonostante il Latina abbia subito «decisioni discutibili con Cerignola e Cosenza», il direttore sportivo ha ribadito la sua fiducia nella buona fede degli arbitri, sottolineando come l'errore sia umano. A suo avviso, «Il VAR dovrebbe servire proprio a rivedere anche le scelte già prese».
Sulle Under 23, la posizione di Condò è critica verso l'attuale formula. Riconosce che «Le Under 23 aiutano i giovani dei grandi club a crescere», ma il rovescio della medaglia è che «non fanno crescere la Lega Pro: fanno crescere i settori giovanili di A e B. Penalizzano le piazze storiche della categoria». La sua proposta è quella di adottare «un modello uniforme: Under 23 per tutte le società di A e alcune di B, come accade in Spagna o Germania. La Lega Pro deve restare il campionato delle piazze storiche».
Infine, un appello per la stabilità finanziaria: «Servono controlli più severi all’iscrizione. Se una società è già in evidenti difficoltà, è meglio non farla partire», ha ammonito Condò, ricordando che ogni anno «vediamo esclusioni che falsano la stagione: Catania, Taranto, Turris, Rimini.… È un problema serio. Serve più attenzione e rigore fin dall’estate».
In vista della finestra invernale, Condò ha anticipato un approccio prudente. «Il mercato di gennaio è complesso: pochi giocatori disponibili, tanti incastri. Non bisogna cambiare tanto per cambiare», ha sentenziato. Il Latina interverrà solo se saranno disponibili profili di alto livello, in grado di innalzare concretamente il tasso tecnico della rosa. «Interverremo solo se troveremo profili che alzano davvero il livello. Altrimenti meglio restare così». Un chiaro segnale che il Latina non farà mosse avventate.