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Bari, Vivarini dopo il ko col Catanzaro: «Sono mancate aggressività, lotta e passione»

di Chiara Motta

La sconfitta casalinga contro il Catanzaro lascia l'amaro in bocca al Bari e al suo tecnico, che non nasconde la delusione per una prestazione giudicata insufficiente. Il risultato di 1-2 maturato al San Nicola rappresenta un passo falso che impone serie riflessioni sull'atteggiamento della squadra nei momenti cruciali della partita.

Ai microfoni di RadioBari, il mister ha espresso tutta la sua frustrazione per quanto visto in campo, mettendo in evidenza una contraddizione preoccupante tra il lavoro settimanale e il rendimento domenicale. "La prestazione non è all'altezza della situazione, i motivi sono tanti. Ci si lavora tanto e poi si arriva in partita e si blocca tutto. In settimana la squadra lavora bene, non ci sono problemi in spogliatoio, però quando si tratta di scendere in campo vengono meno le cose più importanti", ha dichiarato Vivarini, sottolineando come il problema non sia di natura tecnica o ambientale, ma piuttosto mentale e caratteriale.

L'analisi dell'allenatore biancorosso si concentra innanzitutto sugli aspetti più basilari del calcio, quelli che prescindono dai moduli tattici e dagli schemi: "Sono mancate aggressività, lotta e quella passione nel volere il risultato", ha affermato senza mezzi termini. Una diagnosi impietosa che fotografa una squadra incapace di esprimere la giusta determinazione nei novanta minuti, elemento fondamentale per competere ad alti livelli in un campionato esigente come la Serie B.

Particolarmente critico il tecnico sulla gestione del pallone, aspetto che ha penalizzato pesantemente i galletti contro un avversario abile nel controllo del gioco. "Sul possesso palla abbiamo problemi, perché sbagliamo passaggi semplici", ha osservato Vivarini, individuando in questa lacuna uno dei nodi principali da sciogliere. La difficoltà nel costruire manovra attraverso passaggi elementari ha infatti costretto la formazione pugliese a una posizione prevalentemente difensiva, lasciando l'iniziativa agli ospiti calabresi.

La ripresa ha visto un timido tentativo di reazione, ma comunque inadeguato per ribaltare l'inerzia della gara. "Nel secondo tempo ci siamo stati un pò di più ma non basta, Bisogna rimboccarsi le maniche e c'è da lavorare con più attenzione", ha ammesso l'allenatore, riconoscendo che l'orgoglio mostrato nella seconda frazione non può bastare per considerare accettabile la prestazione complessiva.

Approfondendo l'analisi sulla fase di costruzione, Vivarini ha evidenziato come gli errori tecnici abbiano conseguenze tattiche devastanti: "Sbagliare passaggi facili, in una partita contro una squadra che ha grande gestione della palla, è un problema grosso. Significa che devi pensare solo a difenderti. È mancata proprio l'anima". Una riflessione che va oltre il mero aspetto tecnico e tocca la sfera emotiva e identitaria della squadra, chiamata a ritrovare quello spirito combattivo indispensabile per uscire da un momento complicato.

La consapevolezza della situazione è chiara nelle parole del tecnico: "In questa settimana dobbiamo trovare assolutamente una soluzione. In Serie B bisogna giocare bene, sia in fase di possesso che in fase di non possesso". Un campionato competitivo e livellato come quello cadetto non ammette mezze misure e richiede completezza sotto ogni profilo, dalla costruzione alla transizione, dalla fase offensiva a quella difensiva.

Vivarini ha poi fatto il punto sul lavoro svolto dal suo arrivo in panchina, rivendicando alcuni progressi ma ammettendo che manca ancora l'ingrediente decisivo: "Da quando sono arrivato ho cercato di dare ordine ai reparti, sul mantenere le posizione e sull'essere precisi nel lavoro difensivo, questo va bene però serve la grinta giusta per essere efficaci. Il lavoro da fare è tanto". Parole che testimoniano come l'organizzazione tattica, pur importante, non possa prescindere dall'atteggiamento mentale e dalla fame agonistica.

Il Bari si trova dunque di fronte a un bivio importante. Le indicazioni del proprio allenatore sono chiare: serve maggiore personalità, più coraggio nella gestione del pallone e soprattutto quella determinazione che finora è mancata negli appuntamenti chiave. La settimana di lavoro che si apre dovrà servire non solo per correggere gli errori tecnici, ma soprattutto per ritrovare quell'anima che, nelle parole del mister, è stata la grande assente contro il Catanzaro.


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