Serie A, addio al pallone arancione: troppe proteste per problemi di visibilità
Il campionato di Serie A si appresta a dire addio al discusso pallone arancione che ha caratterizzato le ultime settimane di gare. La decisione è stata ufficializzata dal presidente della Lega Serie A, Ezio Maria Simonelli, durante un'intervista rilasciata alla trasmissione Radio Anch'io Sport in onda su Rai Radio 1.
La scelta di abbandonare il colore arancione nasce dalle numerose segnalazioni ricevute in merito ai problemi di visibilità del pallone, in particolare per le persone affette da daltonismo. Una questione che ha sollevato preoccupazioni sia tra gli appassionati che seguono le partite da casa, sia tra gli addetti ai lavori, costringendo la Lega ad intervenire tempestivamente per trovare una soluzione.
"Abbiamo ricevuto tante giuste proteste su questo, ci sono persone che non riescono a vederlo per il daltonismo", ha dichiarato Simonelli, riconoscendo apertamente la problematica e la legittimità delle lamentele pervenute. Il presidente ha quindi illustrato le misure già adottate per porre rimedio alla situazione: "Abbiamo chiesto al nostro fornitore di anticipare la fornitura di nuovi palloni".
La questione si rivela più complessa di quanto possa apparire a prima vista, considerando i numeri in gioco. Come spiegato dallo stesso Simonelli, la logistica legata alla fornitura dei palloni per il massimo campionato italiano coinvolge quantità considerevoli: "Per ogni partita servono 25 palloni, sono 500 palloni a settimana più quelli che diamo alle squadre per gli allenamenti". Una dotazione che testimonia le dimensioni dell'organizzazione necessaria per garantire il regolare svolgimento della competizione.
Il fornitore ufficiale della Lega ha già avviato il processo di sostituzione, mettendo in produzione i nuovi palloni che dovranno rispettare criteri di visibilità più inclusivi. Tuttavia, i tempi tecnici non permetteranno un cambio immediato. "Hanno messo in produzione tutti i nuovi palloni con un colore che si possa vedere, ma ci vorrà qualche tempo prima che si possa sostituire questo arancione: una scelta non felice", ha precisato il numero uno della Lega, ammettendo implicitamente l'errore commesso nella selezione cromatica iniziale.
Quanto alla futura colorazione che caratterizzerà i palloni del campionato italiano, Simonelli ha anticipato che "si tornerà al giallo o al bianco", due tonalità tradizionali che garantiscono una migliore visibilità in diverse condizioni di luce e per un pubblico più ampio, compresi coloro che soffrono di disturbi della percezione dei colori.
La vicenda mette in luce l'importanza di considerare anche gli aspetti di accessibilità nella gestione di uno sport seguito da milioni di persone. Il daltonismo, una condizione che altera la percezione dei colori e che in Italia riguarda circa il 5-8% della popolazione maschile e lo 0,5% di quella femminile, può infatti compromettere significativamente l'esperienza di visione delle partite quando vengono adottate scelte cromatiche inadeguate.
La prontezza con cui la Lega Serie A ha reagito alle segnalazioni rappresenta un segnale positivo di attenzione verso le esigenze di tutti gli appassionati. L'ammissione pubblica dell'errore da parte del presidente Simonelli e l'immediata attivazione per porvi rimedio dimostrano una sensibilità crescente verso tematiche di inclusività che troppo spesso vengono trascurate nel mondo dello sport professionistico.
Nelle prossime settimane, quindi, i tifosi potranno assistere a una graduale transizione verso i nuovi palloni, che segnerà il ritorno a colorazioni più tradizionali e universalmente visibili. Una scelta che, seppur tardiva, mette al centro le necessità di fruizione del pubblico, riconoscendo che l'accessibilità deve essere un principio cardine anche nell'organizzazione di eventi sportivi di portata nazionale.
L'episodio del pallone arancione si configura così come un caso emblematico di come, nell'era moderna dello sport-spettacolo, sia fondamentale prestare attenzione a tutti i dettagli che possono influenzare l'esperienza degli spettatori, senza trascurare le specificità di chi vive determinate condizioni fisiche. La lezione appresa dalla Serie A potrà servire da esempio per altre competizioni sportive, stimolando una maggiore consapevolezza sulla necessità di scelte inclusive fin dalla fase di progettazione.