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Juventus in crisi profonda: e Giuntoli medita sul futuro

di Luigi Redaelli
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Il clima alla Continassa è tutt'altro che sereno. La Juventus sta attraversando un momento di grande difficoltà che la sosta per le nazionali non sembra destinata a migliorare. Con ben 14 giocatori convocati dalle rispettive selezioni nazionali, Thiago Motta si trova con un gruppo ridotto all'osso proprio nel momento in cui servirebbe lavorare intensamente per uscire dalla crisi.

I recenti risultati hanno gettato nello sconforto l'ambiente bianconero. I sette gol subiti complessivamente nelle partite contro Atalanta e Fiorentina rappresentano un dato allarmante che ha scosso tifosi e dirigenza. L'umore, secondo fonti vicine alla squadra, è "sotto i tacchi" e la conferma in panchina di Thiago Motta, nonostante le difficoltà, ha generato ulteriore malcontento tra i sostenitori.

Il problema principale sembra essere la mancanza di reazione da parte dei giocatori, che appaiono svuotati e privi di orgoglio. Fino ad ora, il tecnico italo-brasiliano non è riuscito a tirare fuori il carattere necessario dal gruppo. Le sue scelte tecniche, inoltre, hanno sollevato perplessità, come dimostrato dai cambi effettuati durante la trasferta di Firenze, quando con la squadra sotto di due reti ha inserito inizialmente due difensori.

La situazione degli infortunati

Non mancano le preoccupazioni sul fronte degli infortuni. Andrea Cambiaso, entrato solo nel secondo tempo della partita contro la Fiorentina, è stato costretto a chiedere il cambio poco dopo per un problema alla caviglia. Il giocatore si è sottoposto nella giornata di lunedì a controlli presso il J Medical che, fortunatamente, non hanno evidenziato lesioni gravi. Il classe 2000 ha quindi potuto rispondere regolarmente alla convocazione della nazionale italiana.

Anche Lloyd Kelly ha abbandonato prematuramente il campo nel match contro i viola per un problema fisico, ma le sue condizioni non destano preoccupazione. Per il difensore inglese non è stato necessario sottoporsi ad esami strumentali e ha già ripreso ad allenarsi con i compagni rimasti a Torino.

L'esodo per le nazionali

La Continassa si è svuotata in queste ore con la partenza di 14 giocatori: Gatti e Cambiaso (Italia), Kolo Muani (Francia), Koopmeiners (Olanda), Conceicao e Veiga (Portogallo), Nico Gonzalez (Argentina), Adzic (Montenegro U19), McKennie e Weah (USA), Rouhi (Svezia U21), Mbangula (Belgio U21), Vlahovic (Serbia) e Yildiz (Turchia).

I rientri avverranno in maniera scaglionata. McKennie e Weah, impegnati con gli Stati Uniti nella sola gara di venerdì 21 marzo, saranno i primi a tornare, attesi al JTC già dal 24 marzo. Per la maggior parte degli altri calciatori, il rientro è previsto per il 25 marzo, dopo l'ultimo impegno con le rispettive nazionali fissato per domenica 23 marzo. Nico Gonzalez sarà l'ultimo a rientrare: l'argentino giocherà nella notte del 26 marzo e tornerà a Torino solo la sera del giorno successivo, avendo di fatto un solo giorno per preparare la partita contro il Genoa. Adzic, invece, rientrerà alla Continassa il 26 marzo.

L'intervento della dirigenza

Di fronte a questa situazione critica, la dirigenza bianconera ha deciso di intervenire. Il Football Director Cristiano Giuntoli ha incontrato Thiago Motta nella mattinata di lunedì, insieme ad altri dirigenti, per un confronto sulla situazione. La società ha chiesto esplicitamente al tecnico di risolvere i problemi tattici emersi nelle ultime partite e di migliorare il dialogo con la squadra.

Giuntoli ha anche pubblicamente invocato unità per superare questo momento difficile, ma trovare una via d'uscita dalla crisi appare al momento particolarmente complicato. La vera risposta arriverà solo dal campo, a partire dal prossimo match contro il Genoa, quando la squadra avrà l'opportunità di dimostrare se ha recepito il messaggio della dirigenza e se Thiago Motta sarà riuscito a rimotivare il gruppo.

Con il campionato che entra nella fase cruciale, la Juventus non può permettersi ulteriori passi falsi se vuole mantenere vive le proprie ambizioni stagionali. La pausa nazionali, che normalmente rappresenterebbe un'opportunità per ricaricare le batterie e correggere gli errori, rischia invece di frammentare ulteriormente un gruppo che avrebbe bisogno di compattarsi.


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