Giannantonio Sperotto, l'attaccante nomade del calcio anni '70
Fonte: A cura di Pippo Franzò
Giannantonio Sperotto nasce a Breganze, in provincia di Vicenza, il 7 novembre 1950. Attaccante centrale di un metro ed ottanta centimetri per ottantaquattro chilogrammi di peso. Un girovago del calcio. Ha giocato per dieci anni cambiando casacca ogni anno. Cosa inconsueta per il calcio degli anni '70, e forse un po' meno nel calcio di oggi.
Sperotto era considerata una punta centrale di peso, formatosi nelle giovanili del Lane Rossi Vicenza realizzando molti gol. Gli mancava la tecnica di base, alla quale sopperiva con la prestanza fisica, e la caparbietà di lottare su ogni palla. Nel 1969-70 esordisce con il L.R. Vicenza in serie A giovanissimo; sembra il preludio per una grande carriera, ma a Vicenza gioca soltanto tre gare. L’anno successivo i lanieri lo mandano a Udine in Serie C girone A per fare esperienza e minutaggio. Il suo gioco si basa sul fisico, sulla rapidità, uno che con il diretto avversario fa a sportellate, e il più delle volte riesce a presentarsi davanti al portiere avversario per poi trafiggerlo. Tutto scatti e rapidità nei movimenti, e se vogliamo fare un paragone accostandolo, con le dovute proporzioni, ad un giocatore di allora, crediamo che si avvicinasse molto a Paolo Pulici del Torino. Nei campionati di Serie C riesce a convincere e segnare sin dal primo anno dove va in prestito all’Udinese in Serie C girone A nel 1970-71. Riesce a realizzare ben undici reti con trentacinque presenze ed è il capocannoniere della società bianconera guidata prima da Paolo Tabanelli poi alla diciannovesima giornata sostituito da Luigi Comuzzi. Nella società friulana giocavano gente come Giovanni Galeone, Massimo Giacomini e Ferdinando Miniussi. A fine campionato ritorna a Vicenza per il fine prestito che lo gira al Siracusa in Serie C girone C.
Gli aretusei erano reduci di un campionato stupendo poiché avevano vinto il doppio spareggio con il Cantieri Navale (il primo fu disputato a Messina 0-0, mentre il secondo a Napoli che finì 1-1, allo stadio “Arturo Collana”. La monetina decretò la promozione in Serie C per gli azzurri).
Sulle ali dell’entusiasmo il presidente Sen. Graziano Verzotto annuncia di voler costruire una buona squadra ma con l’obiettivo per il primo anno di Serie C di disputare un campionato tranquillo per una salvezza senza patemi d’animo.
Si ritorna in Serie C dopo tre anni, e si inizia a comporre il nuovo organico. Scontata la riconferma del tecnico spezzino Enzo Benedetti ed i giocatori ritenuti bravi e idonei a disputare il campionato semiprofessionista. Si conferma tutto il pacchetto difensivo con Fazzino, Schiavo, Corvino, Degl’Innocenti, Conti e Di Matteo, per l’attacco restano Anastasio e Paterlini. Gli acquisti del Siracusa in Serie C sono formati da giocatori di prim’ordine, spicca il nome del centravanti Giannantonio Sperotto, nuova rivelazione del campionato 1970-71 nell’Udinese, ma di proprietà del Vicenza, che aveva segnato ben undici reti. Per il Siracusa il cammino in campionato sin dall’inizio si fa complicato, infatti, poche le vittorie che portano la squadra nella zona retrocessione. Alla quindicesima giornata gli azzurri sono sconfitti in casa dal Trani per 2 a 0. Il presidente Verzotto da una scossa all’ambiente: esonera Benedetti, e sceglie per la soluzione interna il duo Franzò-Rubino, ma i risultati tardano a venire, e all’undicesima giornata di ritorno, dopo aver perso l’ennesima partita fuori casa contro la Pro Vasto, ingaggia il tecnico argentino Humberto Rosa che riuscirà a salvare la squadra dalla retrocessione per un punto nei confronti del Pescara che retrocede in Serie D. Il Siracusa è salvo proprio verso la fine, dopo un terzo cambio di panchina. Chi invece si conferma goleador di razza ancora una volta dopo Udine è Giannantonio Sperotto, di professione attaccante con undici gol all’attivo, e promettente bomber per le categorie superiori. Nel 1972-73 Sperotto ritorna alla base, e la società friulana lo gira in prestito alla Lucchese: squadra che milita in Serie C girone B. Con la squadra rossonera si classifica al terzo posto. Sperotto riesce a realizzare otto reti con trentuno presenze. Il giocatore vicentino sembra ormai pronto per giocare in categorie più consone al suo valore. L’opportunità di giocare nella serie cadetta si presenta con la richiesta dell’Avellino ad avere il giocatore per il nuovo campionato 1973-74 per garantire i gol per una tranquilla salvezza. Sperotto si conferma anche tra i cadetti un’ottima punta, che nonostante non sia tecnicamente brillante, riesce a realizzare otto reti con trentaquattro presenze. La squadra irpina raggiunge la salvezza conquistando il tredicesimo posto.
Dopo un ottimo campionato in serie cadetta con la formazione biancoverde viene acquistato dal Varese in Serie A. La squadra lombarda ha come obiettivo il mantenimento della categoria si affida ai gol di Sperotto per raggiungere anzitempo la salvezza. Sperotto realizza cinque reti che bastano, anche con il contributo dei suoi compagni, a far restare nella massima serie il Varese per l’anno successivo, ma il suo score con i biancorossi del presidente Guido Borghi in Serie A non è sufficiente per una riconferma.
A fine campionato al Napoli bastano queste credenziali per acquistare Giannantonio Sperotto. Il presidente Corrado Ferlaino lo porta nella città partenopea per trecento milioni. L’affare partì nell’ultima gara di campionato con il Napoli che giocò a Varese, infatti, il lunedì Sperotto aveva già posto la firma sul contratto che lo legava per un anno con Napoli. Il tecnico partenopeo Luis Vinicio lo mise in alternanza con Braglia a fare da spalla a Savoldi. Alla fine, realizza dieci presenze e un gol in campionato. Contribuì alla vittoria della Coppa Italia 1975-76 nella finale con il Palermo, realizzando una doppietta, mentre il terzo gol per il Napoli fu messo a segno da capitan Juliano. Nell’estate del 1976 il Napoli lo vende al Catanzaro in Serie A, ma per Sperotto è un anno sfortunato, poiché non riesce a segnare con continuità; realizza soltanto due reti con ventitré presenze. Il tecnico dei giallorossi Gianni Di Marzio, pur dichiarandosi soddisfatto ad inizio campionato per l’acquisto di giocatori come Petrini, Nicolini, Boccolini e Sperotto, alla fine del campionato retrocede in Serie B già alla penultima giornata con ventuno punti.
Nel campionato 1977-78 il presidente della Roma Gaetano Anzalone, nonostante che Sperotto non avesse disputato un buon campionato con il Catanzaro, prende l’attaccante vicentino sicuro che rilancerà la Roma. Le previsioni del presidente non vanno di pari passo con le prestazioni di Sperotto che in campionato colleziona soltanto sette presenze senza nessun gol e con scarso contributo al gioco offensivo giallorosso. Segna soltanto nelle gare amichevoli con l’Almas e con il Beijing. Inizia a risentire di continui fastidi muscolari che non gli permettono giocare come vorrebbe. L’anno successivo, che sarà l’ultimo per Sperotto, va alla Reggiana in Serie C Girone B. Il presidente Carlo Visconti che vuole vincere il campionato cambia il D.S. da Tito Corsi, che passa al Vicenza, e arriva al suo posto Edmondo Fabbri, indimenticato e sfortunato allenatore della Nazionale Italiana in Inghilterra, e prima nel Mantova che l’aveva condotta dalla Serie D alla Serie A. Sulla panchina granata resta Guido Mammì. Si fanno acquisti e cessioni, e la più significativa per le partenze è quella di Ciceri attaccante che ritorna al Catania. La società di Reggio Emilia cerca un attaccante che possa garantire gol a doppia cifra. A novembre arriva Giannantonio Sperotto che è reduce di due campionati non proprio eccellenti, ma giocati in Serie A con Catanzaro e Roma. Per la Serie C rimane un ottimo giocatore con propensione al gol. Durante il cammino in campionato Sperotto inizia ad avere un rendimento altalenante per problemi muscolari continui che non gli permettono di esprimersi per il meglio. Il campionato si chiude con la Reggiana che si classifica al quarto posto, e con l’addio definitivo al calcio a soli trent’anni di Giannantonio Sperotto a causa dei frequenti infortuni muscolari.