Dilettanti, che disastro: si rischia la paralisi dei campionati. Perché tenere il format a 166 in D?
Si fa veramente fatica, anche alla luce dell'ennesima estate calda tra ricorsi e contro-ricorsi, a capire la ratio del mantenimento del format a 166 squadre in Serie D voluto dalla Lega Nazionale Dilettanti.
Infatti, pur riportandolo alla sua misura originaria di 162 squadre, 18 per girone, era già preventivabile l'allargamento delle partecipanti al massimo campionato dilettantistico nazionale a causa di iscrizioni in soprannumero dalle categorie superiori. Poiché i problemi dei professionisti da troppo tempo ormai a cascata si riverberano sulle serie inferiori, era proprio il caso tenere il format a 166 squadra più quelle in soprannumero più eventuali ripescaggi? Perchè rendere tutto più complicato, la stagione più lunga, e soprattutto mettere in difficoltà i club che dovrebbero essere i vostri azionisti di riferimento?
Ora con il Consiglio di Stato che potrebbe esprimersi ad agosto inoltrato, come la mettiamo con la programmazione delle società, il calciomercato e l'inizio dei campionati? Perché complicare così le cose? Ribadiamo, il format a 162 non avrebbe risolto tutto ma sicuramente avrebbe avvantaggiato. Anche perché già a 18 squadre per 9 gironi questa serie D va rivista. Sono troppi club, e la riforma dei campionati ormai chimera ha sempre avuto tra gli obiettivi proprio quello di diminuire le squadre partecipanti. Ed ora ci ritroviamo sul serio a rischio paralisi, che in alcuni casi coinvolge anche i campionati regionali, quelli che vedono coinvolti propri club in possibili ripescaggi e che a loro volta sono chiamati a ripescaggi a catena. Sarebbe un disastro. Ancora una volta dobbiamo dolerci di una governance del calcio che dal nazionale a scendere denota poco lungimiranza ma soprattutto, e dispiace sul serio, impreparazione nonostante alcuni personaggi si riciclino in continuazione e guidino questo movimento, a vario titolo, da anni ed anni ed anni.