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Varese, il presidente Amirante a NC: «La cosa più logica è far retrocedere solo due squadre per ogni girone»

di Redazione NotiziarioCalcio.com

La serie D entra nel vivo. Il quarto campionato d'Italia sta vivendo la sua fase cruciale, con le gare che diventano sempre più importanti. Per questo motivo, la redazione di notiziariocalcio.com, sta intervistando esponenti delle società coinvolte in questo finale di stagione. Il protagonista odierno è Stefano Amirante, presidente del Città di Varese: «Era una stagione da interrompere ad ottobre, per quanto mi riguarda. Quando ci è stato chiesto dalla LND se voler continuare o no, avevo chiaramente espresso la volontà di fermarci. Siamo partiti con problemi enormi, giocando appena due partite nei primi 40 giorni; chiaro, dunque, che va distinta una prima parte fino a novembre, poi il resto. I primi mesi sono stati devastanti; poi sono stati fatti degli aggiustamenti, come il cambio d'allenatore e una rimodulazione della rosa, ed abbiamo iniziato un campionato diverso».

Quali errori sono stati commessi? «Covid a parte, è difficile dirlo. Avremmo potuto valutare bene gli errori senza il covid, difficile farlo in questo modo. Ad oggi abbiamo saltato 51 giorni d'allenamento tra le varie quarantene che ci hanno costretto a fare. In estate abbiamo dovuto fare le cose tardi e di fretta; la fusione si è concretizzata a fine luglio, quindi a pochi giorni dall'iscrizione, e quindi sono arrivati una serie di problemi. Resto convinto, però, che senza covid sarebbe andata diversamente. Anche se, con tre punti nelle prime sette giornate, non è che siamo partiti così bene...».

Il girone A ha bisogno di un altro stop? «In questo momento, noi come Città di Varese non ne abbiamo bisogno; siamo passati da otto ad una partita da recuperare. Se poi si guarda, per esempio, al Chieri che ne ha tre... diventa difficile. Bisogna arrivare a fine stagione con le stesse partite giocate».

Sulla paventata ipotesi del cambio format per le retrocessioni: «Credo sia necessario ma anche giusto e corretto. A prescindere da quali saranno le società che perderanno la categoria, non è giusto affrontare un campionato come questo e si faccia perdere la categoria a tutte, non parlo solo per noi. Il risultato di quest'annata non è frutto solo di questioni sportive, ma di tanti altri fattori. Dall'Eccellenza in giù, le retrocessioni sono state bloccate; credo vada fatto lo stesso per la D: non è giusto che, chi salga dall'Eccellenza con un format discutibile, sostituisca chi ha giocato 38 partite. La cosa più logica è far retrocedere solo due squadre per ogni girone».


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