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E. Campania, Vincenzo Polito a NC: "Con Vanacore un grande rapporto. Aspetto la chance giusta"

di Stefano Sica

Vincenzo Polito è un giovane difensore, oltre che figlio d'arte. Papà Ciro, ex numero uno dal curriculum imperioso, probabilmente non sarà riuscito ad insegnargli passioni ed istinti emotivi di un portiere, ma di sicuro gli ha trasmesso doveri, senso di responsabilità ed amore per il calcio, quasi come una ragione di vita. Classe '99, Polito junior ha rescisso consensualmente qualche settimana fa il contratto che lo legava alla Cavese fino al 2021. Dalla scorsa settimana, ha deciso di aggregarsi all'Equipe Campania che lavora al "Vallefuoco" di Mugnano, disputando anche l'allenamento congiunto pareggiato col Savoia. Galeotto è stato, dopo l'annata in blufoncé, il rapporto fiduciario maturato col tecnico Antonio Vanacore. "E' stata una scelta della società quella di chiudere questa avventura: il presidente Santoriello ha voluto così e l'ho accettato molto serenamente", il suo incipit. 

A Cava ci eri arrivato dopo un biennio in D disputato su buoni livelli. 

"Vero: ho fatto due anni di D, tra Acr Messina e Gela, mettendo insieme quasi 60 presenze. Credo di essermi comportato bene tanto da ricevere la chiamata della Cavese che, un anno fa, mi fece sottoscrivere un biennale. Anche a Cava ho totalizzato molte apparizioni, ben 17. Purtroppo già a gennaio qualcosa si era rotto, quando il presidente decise personalmente di mandarmi via. Una scelta che non mi aspettavo. Fu mister Campilongo a farmi restare".

E qui all'Equipe hai ritrovato il suo vice, Antonio Vanacore. E non avete avuto di certo bisogno di presentazioni.

"Con lui sono stato benissimo, mi ha insegnato tanto. Mi ha fatto crescere e posso solo ringraziarlo".

In difesa riesci ad interpretare un po' tutti i ruoli. Sei un terzino naturale ma Vanacore ti prova anche da centrale nelle partitelle. 

"Io cerco sempre di dare il massimo in qualsiasi zona del campo venga impiegato. Ho fatto anche l'esterno alto in passato, pur essendo stato sempre un terzino. Ma all'occorrenza bisogna adattarsi perché tutto è utile in funzione di una crescita".

 Dove hai mosso i primi passi?

"Io sono dell'Arenaccia, un quartiere di Napoli vicino alla stazione centrale. E ho iniziato nell'omonima scuola calcio. Quindi passi al Modena, con cui feci i Giovanissimi Nazionali prima di trasferirmi alla Juve Stabia, dove fui inserito negli Allievi Nazionali. Come prima squadra, sono partito in D con la Frattese di mister Liquidato. Mi allenavo sempre coi grandi anche se giocavo con la Juniores. E per me fu una parentesi molto formativa. Infine, andai al Messina".

Può esserci qualche novità imminente per te?

"Al momento c'è stata solo qualche chiacchierata, ma nulla di concreto. Io aspetto, con le motivazioni di sempre. E stare qui all'Equipe mi aiuta a lavorare bene e a non perdere la vita e le abitudini di uno spogliatoio. Al di là di mister Vanacore, conoscevo già Cozzolino con cui avevo giocato a Messina, oltre a diversi ragazzi che avevo affrontato da avversario. E poi c'è Anthony Marino, un amico del mio quartiere. Un fin dei conti è un bel gruppo, composto da ragazzi seri e con tanta voglia di riscatto".      


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