Sparro a NC: «Grosseto dominante. Il Siena può sperare nel precedente di Bellazzini»
Viaggia spedito verso l'obiettivo il Grosseto di Paolo Indiani. Dieci vittorie, sette, le ultime, consecutive, un pareggio ed una sola sconfitta, ventisette reti messe a segno e dieci subite. Uno score che pone i biancorossi in testa al girone "E" di serie D. Ed ora c'è il derby da giocare contro il Siena. A farci da Cicerone nel mondo biancorosso è Paolo Sparro, giornalista dell'emittente televisiva TV9.
Il Grosseto ha infilato una serie in campionato di sette vittorie consecutive, dieci nelle ultime undici. La strada è quella giusta?
«Senza dubbio. Questo è l'anno in cui il Grosseto ha le maggiori possibilità di salire in Lega Pro. Per una serie di ragioni. I tanti investimenti fatti, la rosa del Grosseto vale circa due milioni e duecentomila euro ed è seconda per valore in tutta la serie D soltanto al Milan Futuro. Poi, ovviamente, anche per una questione prettamente tecnica: Paolo Indiani ha già vinto undici campionati del massimo torneo dilettantistico nazionale. Sa come si fa sostanzialmente, il migliore su piazza».
Domenica c'è un incontro importante, un altro esame. Che partita ti aspetti e che valore avrà il risultato della gara col Siena?
«È un derby e come tale si porta dietro una serie di aspetti che vanno al di là dei semplici tre punti. La distanza attuale tra le due squadre è di dieci punti in classifica. La vittoria del Grosseto farebbe sprofondare il Siena a meno tredici punti. In più, anche alcune squadre che inseguono hanno degli scontri diretti: penso a Seravezza-Prato. Attualmente la distanza tra Grosseto e Prato è di 9 punti, quindi anche vincendo – e sperando che arrivino, tra virgolette, buone notizie, cioè un pareggio dal "Buon Riposo" di Seravezza tra Seravezza e Prato – il Grosseto praticamente distanzierebbe veramente in maniera, non dico definitiva perché siamo ancora a novembre, importante le squadre che possono in qualche modo contendergli il primato. Per quanto riguarda la partita in sé, mi aspetto una gara sicuramente ricca di gol, per due ragioni: perché si affrontano due squadre estremamente offensive, vale a dire il Grosseto che ha il miglior attacco in questa stagione con 27 gol fatti, e perché dall'altra parte c'è un altro allenatore molto offensivo che è Tommaso Bellazzini, ex allenatore del Ghiviborgo. Tra l'altro, l'anno scorso è stato – quando Paolo Indiani allenava il Livorno – l'unico allenatore capace di battere l'attuale tecnico dei biancorossi. È l'unico allenatore che in qualche modo può riservare delle sorprese. Questo per la freschezza delle sue idee – è infatti un allenatore che non si basa tanto su un modulo codificato ma su tanti movimenti che fanno i suoi giocatori in campo e che permettono sia di creare spazi, sia di mandare un po' in confusione le squadre avversarie. Queste, infatti, preparano la partita in un certo modo e poi si ritrovano in campo tutt'altra situazione. Certo, tra le due squadre, non c'è dubbio che il Grosseto è favorito».
Dovesse descrivere il Grosseto di Indiani a chi non lo ha mai visto giocare, come lo descriverebbe?
«Se dovessi fornire un aggettivo, direi che il Grosseto è dominante. Dominante perché è una squadra che, sostanzialmente, in tutte le prestazioni che ha fin qui collezionato, vale a dire le 12 giornate di campionato più le due partite di Coppa Italia, è una squadra che tende a chiudere gli avversari nella propria metà campo. Quindi è una squadra quasi che gioca "a campo ridotto", proprio perché stabilmente occupa con tanti uomini la metà campo avversaria. È un gruppo che ha veramente tantissimi calciatori di qualità, ha un centrocampo estremamente atletico e parimenti con giocatori di categoria superiore. Sono tanti i giocatori che, tranquillamente, potrebbero fare la Lega Pro anche oggi e fare una bellissima figura: penso a Marzierli, a Bellini, Sabelli... lo stesso Brenna. È un Grosseto superiore nettamente alle altre sue avversarie. Ed ha, e questo è un imprinting del mister, un approccio aggressivo in campo. È una squadra matura. Matura perché non risente tanto psicologicamente dei vari momenti delle partite, anche quando va in difficoltà. Penso per esempio all'ultima partita che ha disputato, vale a dire la vittoria per quattro a due nel derby maremmano contro il Follonica Gavorrano: il Grosseto è andato due volte in svantaggio ed è riuscito a restare mentalmente concentrato, a ribaltare la partita e, addirittura, a segnare quattro gol».
Ultima domanda: pensi che con l'attuale proprietà il futuro del club biancorosso possa tornare ai fasti della seconda metà del primo decennio degli anni duemila?
«La strada è lunga, però, effettivamente, le ambizioni ci sono. Quindi le premesse ci sono tutte. E chiaramente la storia, o almeno la stagione del Livorno di quest'anno, insegna che quando si fa il salto dai dilettanti ai professionisti, le difficoltà, per quanto si tratti di un unico scalino, sono veramente tante. E spesso l'impatto è sempre un un'onda d'urto sostanzialmente. Però le premesse per andare in alto ci sono tutte».