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L’esempio dell’US Rovizza: «Ripartire? Ecco come…»

di Davide Guardabascio
Fonte: calcio illustrato

Ernesto Caliari è il presidente della US Rovizza di Sirmione, sul lago di Garda, Lombardia al confine con il Veneto. Non sono stati tempi facili, sì, ma c’è la voglia di riprendere quel cammino interrotto in febbraio, dopo tutti quei lunghi mesi chiusi in casa. “Abbiamo giocato l’ultima partita con la squadra di II categoria il 23 febbraio, poi stop. Tutti fermi. Anche la nostra zona è stata toccata dalla pandemia ma forse meno di altre. Ora è tanta la voglia di ricominciare”.

La Us Rovizza si allena sul campo di Lugana, uno splendido centro sportivo polivalente. Campo in erba – 105×65 metri; campo in erba sintetica nuova generazione – 100×60 metri; campo da allenamento in erba sintetica – 60×40 metri; campo sintetico nuova generazione per tennis o calcio a 5 – 34×18 metri. Non solo calcio ma anche pallavolo, sci, pattinaggio, piscine, tennis, zumba, latin dance. Un autentico gioiellino.

“Ora siamo tornati in campo – spiega il presidente -. Oltre la prima squadra, che gioca in Seconda Categoria, abbiamo anche tutte le formazioni giovanili, dai Pulcini. La Juniores è stata promossa nel campionato regionale. In tutto, oltre 200 atleti. Abbiamo già ripreso gli allenamenti con le categorie 2007-2013: in campo dalle 8.30 alle 12.30”.

Come sono le disposizioni Covid? È complicato?

Ci siamo attrezzati. Abbiamo acquistato un apparecchio nebulizzatore, costo circa 400 euro: tutti gli impianti sono sanificati, dai campi in sintetico ai palloni. Non è una grande difficoltà, a dire la verità, ma un costo sì. Le cose vanno fatte bene. I ragazzi arrivano scaglionati con la autocertificazione, all’ingresso dell’impianto è prevista la misurazione della temperatura per tutti, poi i ragazzi vengono suddivisi sui campi, a distanza uno dall’altro. Tranne, ovviamente, quando devono fare le partitelle. Ogni calciatore ha un suo zainetto e si porta anche il pallone che è numerato, e sanificato. Finito l’allenamento, i bambini hanno una uscita scaglionata, li aspettano fuori i genitori. La doccia la fanno a casa. Così, per ora. Poi si vedrà quando verso il 10-15 agosto riprenderanno i campionati.

Se dovesse dare un consiglio ai suoi colleghi presidenti, cosa direbbe?

Che non dobbiamo arrenderci, ci vuole tanta fiducia. Bisogna rispettare le regole, anche se questo è chiaro che fa aumentare i costi.

E i bambini come si comportano di fronte a questa disciplina quasi militare?

Ah, mi creda: sono meravigliosi. Prima quando arrivavano tutti insieme si accalcavano, magari si spingevano giocando. Ora sono tutti in fila, aspettano ordinatissimi il loro turno, con il loro zainetto e il loro pallone… Bravissimi, hanno capito subito come è la situazione. E hanno tantissima voglia di tornare a giocare a pallone. Bravi loro, certo, ma altrettanto bravi i loro genitori. Così si può davvero riprendere.


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