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"Club da incubo", arrivano le maxi squalifiche: 2 anni anche per un ex allenatore di Serie D

di Elena Carzaniga

Quello che è stato ribattezzato come un "club da incubo", dopo che la FIFPro aveva scoperchiato il famigerato vaso di Pandora (leggi l'articolo completo sull'argomento), con l'AIC che condannò fermamente il caso (leggi l'articolo completo sull'argomento), vive una nuova pagina che riguarda le prime squalifiche legate allo stesso club: il Pomigliano Femminile che oggi non esiste più non essendosi iscritto al campionato di competenza. Squalifiche che però che non fanno riferimento alle accuse lanciate ma al doping.

A parlarne di recente fu Livia Capparelli, ex calciatrice del Pomigliano Femminile, in un’intervista a Radio Goal, in diretta su Kiss Kiss Napoli: «Ho smesso di giocare due anni fa col Pomigliano. Quando c’ero io gli stipendi venivano pagati e la denuncia che arriva dalle calciatrici del Pomigliano si riferisce all’anno passato. Questa denuncia parte dalle calciatrici dell’anno scorso, ma da ex calciatrice non faccio fatica a credere a questa notizia perchè quando giocavo io ci sono stati episodi simili, ma non relativi agli stipendi. Sono uscite fuori altre problematiche anche a livello umano. Per esperienza personale dico che ho sofferto molto la gestione medica, sono stata fuori vari mesi rispetto al reale tempo che avrei dovuto star fuori. Cambiammo sei fisioterapisti in un anno, non c’era un medico e son stata sballottata per diversi studi medici a spese personali. Ci son state occasioni in cui altre giocatrici son state portate da medici che non erano all’altezza della società. I medici nella loro professione erano all’altezza, ma per quando riguarda le visite mediche sportive, ricordo avemmo tutte il Covid e la visita che feci non era all’altezza degli standard necessari, non feci alcun test respiratorio. Poi ci fu un episodio con situazioni di doping e questo non è ancora uscito fuori in quell’articolo. Molestie sessuali? Quando c’ero io non mi successe nulla del genere, forse può essere successo negli anni successivi a quando c’ero io. Ho smesso col calcio giocato, dopo l’esperienza col Pomigliano ho pensato di smettere».

Squalifiche inflitte dal Tribunale Nazionale Antidoping di cui si apprende dalle circolari n° 24, n° 25 e n° 26. Sanzioni pesanti che riguardano in primo luogo il presidente Raffaele Pipola squalificato per quattro anni, fino al 18 settembre 2028. Per altro, Pipola ha fatto rinascere in Eccellenza campana proprio il Pomigliano maschile che nella scorsa stagione retrocesse. 

Sanzionato anche Salvatore Piccolo, nipote di Raffaele Pipola, all'epoca dei fatti al Pomigliano ed oggi capo osservatori del Como Women. Per lui squalifica di due anni, fino al 25 settembre 2026.

Infine, squalificato anche lui per due stagioni, fino al 25 settembre 2026, Biagio Seno, oggi responsabile dell’area tecnica del Napoli Femminile, nonché ex allenatore. Giovanissimo allenò proprio la squadra maschile del Pomigliano in Serie D  conquistando anche una storica Coppa Italia di Serie D.

Resta da vedere come inciderà sui sanzionati l'attuale attività ricoperta presso altre società e se ci sarà la volontà di fare ricorso alla Corte Nazionale d'Appello Antidoping del CONI.


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